Dollìrio
di
Nino Romeo
con
Graziana Maniscalco
Nino Romeo
regia
Nino Romeo
scene e costumi
Umberto Naso
musiche
Franco Lazzaro
disegno luci
Franco Buzzanca
Debutto Catania, Teatro Stabile, 30 aprile 2007
Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro (premio Inscena) a Graziana Maniscalco
A Mara sono stati uccisi i genitori: si rivolge a Dollìrio (don Lirio), il boss del quartiere, al quale affida la sua vendetta. Nel corso delle sette scene di cui si compone il dramma e che coprono un arco temporale di circa venticinque anni, assisteremo all’ascesa di Mara all’interno della famiglia di Dollìrio: da sguattera a padrona di casa, moglie del figlio del boss; da faccendiera a complice, a imprenditrice degli affari della famiglia; sarà Mara a gestire, in prima persona e per conto di Dollìrio, il passaggio dalla mafia di quartiere alla mafia imprenditoriale, integrata nel mondo finanziario ed economico, contigua ai poteri, primo tra tutti quello politico.
Alla graduale decadenza fisica, sino alla paralisi, di Dollìrio, si contrappone la crescente vigoria e volitività di Mara, in un progressivo gioco a spirale che è anche lotta tra mondo maschile e mondo femminile all’interno dei perversi intrecci di poteri. E la forza scenica del femminile è assecondata dal linguaggio dell’opera, in costante disequilibrio tra italiano e siciliano: un linguaggio che, pur proponendosi d’invenzione, non rinuncia al realismo e alla concretezza -e alla crudezza- che impone l’argomento trattato.
Con Dollìrio Nino Romeo prosegue l’indagine sulle dinamiche interne alla malavita organizzata nel catanese -per certi aspetti diversa da quella della Sicilia occidentale- già intrapresa in Chiamata d’asso (Targa speciale della giuria al Premio Fava 1990) e in !Cucì…Cucì! (Premio Fava 1992).